beni demoetnoantropologici
Tagliola
caccia, pesca e raccolta - caccia
ambito bergamasco
sec. XX
ferro, fusione/ trafilatura/ piegatura/ torsione
cm 24 x 49
L'oggetto è formato da una lunga lamina ripiegata ad "U", con funzione di molla; uno dei bracci è unito una cerchio in metallo, che costituisce la base della trappola; il braccio superiore, invece, termina con un anello trapezoidale, entro il quale sono inserite due ganasce. Queste sono composte due lamine arcuate, dentate, fissate lungo il diametro della circonferenza inferiore, in asse con il manico ad "U". Su di essa è agganciato anche il fermo che trattiene le ganasce in tensione.
G.B. Muzzi (2003, p. 114) specifica che ogni trappola era studiata, tenendo conto di dimensione e peso, per un animale specifico. Gli oggetti innescati venivano legati a piante vicine per evitare che l'animale scappasse con la zampa imprigionata.
Funzione: catturare animali di piccola e media pezzatura
Modalità d'uso: La trappola veniva posta lungo i sentieri o nelle aie a protezione del pollaio. Veniva armata abbassando il braccio superiore del manico e aprendo le ganasce, bloccate grazie all'apposito fermo. Al passaggio dell'animale, se il fermo veniva urtato, scattava l'innesco e la trappola si chiudeva, di scatto, bloccando la zampa.
Occasione: caccia
Cronologia d'uso: sec. XX
discreto